martedì 21 febbraio 2017

Capitolo 2 della mia storia

Ciao a tutti!
Oggi vorrei proporvi il secondo capitolo della mia storia! Spero vi piaccia!

Titolo: La libraia
Era molto ansiosa e agitata. 
Era la prima volta che faceva una cosa del genere e di certo non si era mai aspettata di farlo un giorno. 
Belle sospirò, guardandosi allo specchio. 
Si stava facendo un sacco di domande della sua testa, come succedeva ogni volta quando iniziava un'esperienza nuova da vivere. 
Si chiese, se il suo libro sarebbe piaciuto ai lettori, se avrà successo o se magari non piacesse a nessuno. 
Di certo nessuno le avrebbe risposto in quel momento, perché nella vita bisogna rischiare e ovviamente si ha paura delle esperienze nuove, ma non sapeva se il suo libro fosse piaciuto, ma doveva prima di tutto piacere a lei e poi non è che può piacere a tutti, come è giusto che sia, ognuno a i suoi gusti e le sue opinioni. 
Quindi perché tanto agitazione per questo? Forse perché doveva parlare davanti a delle persone? 
Beh, di certo tutti sono abbastanza ansiosi di parlare a un pubblico, ma Belle sapeva fortunatamente di cosa doveva parlare. 
Poi non bisogna mai avere aspettative dalla vita, né buone, né cattive. 
Belle si stava ancora guardando allo specchio, indecisa su cosa mettersi, quando entrò nella stanza suo figlio, Neal. 
<<Mamma, possiamo giocare ai videogame?>>, le chiese il bambino, con sguardo speranzoso.
Belle gli sorrise. <<Va bene, ma non giocateci troppo e a letto presto, mi raccomando>>
<<Certo, mamma>>, sussurrò Neal.
Belle gli diede un bacio sulla testolina e disse <<Divertiti e obbedisci a Adelaide>>
<<Sì mamma, tranquilla>>
Dopo aver deciso cosa mettere, Belle andò in salotto dove c'era suo figlio Neal, la sua amica Adelaide e sua figlia Cassie.
Si mise il cappotto. <<Ehi, mi raccomando fate i bravi, io torno più presto che posso>>
La sua amica Adelaide le prese le mani. <<Tranquilla, pensa a te>> Abbracciò. <<Questa è la tua serata>>
Belle ricambiò l'abbracciò. <<Grazie>>
Ovviamente la sua amica Adelaide voleva venire, ma poi non c'era nessuno che badasse ai bambini e non si potevano permettere di certo una babysitter.
..............
Uscì e andò alla libreria dove doveva presentare il suo libro. Era agitata, ma anche molto eccitata. Quando arrivò, parcheggiò la macchina e andò davanti all'entrata della libreria e fece un lungo respiro profondo, poi quando fu pronta entrò coraggiosamente. Appena entrò, un signore di circa sessant'anni l'accorse calorosamente nella sua bellissima libreria.
<<Salve, lei è la signorina Robinson?>>, le chiese il signore, porgendole la mano.
<<Sì, sono io>>, rispose Belle, stringendogli la mano.
<<Io sono il signor Smith>>, si presentò l'uomo. <<Piacere di conoscerla>>
<<Anche per me>>, disse lei, sorridendogli.
<<Belle! Finalmente!>>, esclamò una signora, spuntando da dietro uno scaffale.
Violetta, l'editrice di Belle, sembrava molto più agitata dell'autrice.
Era una donna di circa quant'anni. Era molto gentile, ma troppo agitata.
Aveva i capelli neri, lisci e corti, occhi verdi, alta, magra e la pelle chiara.
Era sposata da dodici anni con lo stesso uomo, nonché padre dei suoi due figli.
Il più grande, Simon, aveva sette anni e la più piccola, Lisa, aveva cinque anni.
Raccontava a Belle ogni avventura per cercare di uscire di casa ogni mattina per portarli a scuola.
Erano divertenti le sue avventure.
Come quella volta che prima di uscire di casa, Violetta era già al telefono per lavoro e contemporaneamente stava preparando la merenda per i suoi figli e i due bambini a tavola stavano litigando per l'ultima fetta di pane con sopra la marmellata alle ciliegie –la preferita di Belle- e mentre litigavano per prenderla, la fretta finì addosso ai capelli di Violetta.
Ci aveva messo più di venti minuti per togliersi la marmellata appiccicosa dai suoi capelli.
<<Sei arrivata, grazie al cielo!>>, aggiunse Violetta, avvicinandosi a Belle e prendendole mano. <<Sono molto felice di questa serata>>
<<Grazie, anch'io>>
<<Vedrà che verranno>>, disse il signor Smith, sorridendole.
<<Lo spero>>, disse speranzosa, Belle. <<Dopotutto non sono famosa>>
<<Infatti! Le presentazioni servo a questo, Belle!>>, intervenne Violetta, guardandola.
<<Sì è vero>>, concordò l'uomo. <<Abbiate un po' di fiducia e speranza, signorina Robinson>>
Belle fece un piccolo sorriso e annuì.
Prima della presentazione, Belle si asciugò le mani sudate sul bel vestito blu che si era messa.
Sperava di fare una bella figura...ma comunque non tutto può andare alla perfezione, no? Anzi quasi nulla va alla perfezione, perché la perfezione non esiste.
Belle nel corso della sua vita si era fatta molto figuraccia.
Ecco era arrivato il momento della presentazione del suo libro.
Fece di nuovo un bel respiro profondo, proprio mentre cinque persone entrava nella stanza per la presentazione.
Mezz'ora dopo c'erano ancora solo cinque persone, così si sedettero.
Belle si schiarì la voce e disse <<Signori e signore, grazie di essere venuti. Prima di incominciare a parlarvi del libro, abbiamo pensato che fosse carino, proporvi un film che trattasse dei argomenti che ci sono nel mio libro>>
Così Belle azionò il film che si intitolava "L'arte del kung fu".
Il suo libro parlava di un ragazzino di nome Cheng che era nato in un villaggio e che sua madre era morta di parto e suo padre era un guerriero morto in battaglia e i suoi antenati praticavano il kung fu. Dopo la morte del padre, Cheng viene affidato alla nonna che lo manda da un maestro del antico tempio sopra la montagna, vicino al suo villaggio. Là il maestro Shizzu l'insegnerà il kung fu. Mentre si sta allenando con il maestro, qualcuno rubò un diamante del villaggio che da secoli li proteggeva, così Cheng decide di andare alla ricerca del ladro e di riportare a casa il diamante.
Dopo aver spiegato il suo libro, Belle lesse un paio di pezzi del libro.
Poi le poche persone che c'era iniziarono a farle qualche domanda.
Una donna di circa quarant'anni, le chiese <<Come le è venuta l'idea?>>
Lei rispose, guardandola <<Proprio vedendo un film di quel genere>>
<<Ma quello che abbiamo appena visto?>>, le chiese ancora, un uomo.
<<Esatto>>, rispose la ragazza.
Finita la presentazione, Belle fece un sospirò di sollievo.
Era finalmente terminata. Era stata così tesa per tutto il tempo, che adesso si sentiva tanto rigida e le faceva male il collo.
Il signor Smith le sorrise. <<Siete tanto molto brava>>
<<Sì è vero>>, concordò più rilassata la signora Violetta.
<<Beh, ho cercato di fare del mio meglio>>, disse Belle.
<<E questo è un'ottima risultato, Signorina Robinson>>, le sussurrò l'uomo, sorridendole.
Belle lo sperava davvero, dopotutto si era impegnata molto e c'è l'aveva messa tutta.
..................
Appena tornata a casa, la sua amica Adelaide era rimasta in piedi ad aspettarla per sapere com'era andata.
Erano quasi le undici di sera.
<<Raccontami tutto>>, le disse eccitata, Adelaide, appena Belle entrò in casa.
Belle andò in cucina e si prese una bottiglia d'acqua dal frigo. <<Non c'è niente di speciale da raccontare>>, le raccontò Belle, sedendosi. <<Ho presentato il libro a cinque gatti e ho cercato di fare del mio meglio>>
<<Beh, questo è già un bel risultato, tesoro>>, le disse Adelaide, sedendosi sulla sedia accanto a lei. <<E poi non è vero che non è stato speciale. È stato molto speciale, dato che era un nuova esperienza!>>
<<Sì è vero>>, confermò Belle, sospirando. <<Era molto tesa>>
E aggiunse, guardando Adelaide <<Ma niente di tutto questo sarebbe successo se tu non avessi pubblicato il libro per me>>
<<Non devi ringraziarmi>>, disse, sorridendo Adelaide. <<Cosa servo le amiche se no?>>
Belle la guardò di traverso. <<Lo sai che non volevo che lo facessi>>
L'amica le prese la mano. <<Tesoro, tu sei una scrittrice da sempre e racconti bellissime storie, i lettori si meritano di sapere le storie che scrive uno scrittore, perché gli raccontano una storia che non conoscono ancora>>
La ragazza sospirò. <<Odio quando hai ragione>>
Adelaide le sorrise. <<Grazie, lo so>>
E aggiunse <<Comunque tu meriti una possibilità, come tutti gli esseri umani che vivono sulla Terra>>
Belle annuì. <<Ma è difficile...e poi c'erano solo cinque persone in croce>>
<<E allora?>>, ribattè l'amica guardandola. <<Ci vuole tempo. Poi dato che è difficile, secondo te perché ci sono le persone che amiamo? Per sostenerci e aiutarci nei molti più difficile>>
<<Lo so>>, concordò Belle, guardandola. <<Spero di aver fatto bene>>
<<Certo che hai fatto bene>>, ribattè di nuovo la ragazza. <<Nella vita bisogna rischiare, anche se si a il timore o rischio di fallire, perché se no non saprai mai come poteva andare>> Le sorrise. <<Poi anche se fosse, hai fatto una nuova esperienza e ti ha fatto crescere e imparare, quindi non sarebbe uno speco comunque>>
L'amica annuì. <<Meglio che andiamo a letto, se no domani fare tardi al lavoro>>
<<Sì, questa volta, hai ragione tu>>
...............
Il giorno dopo, come sempre, Belle e Adelaide prepararono la colazione per i bambini.
Belle era in cucina a preparare il tè, mentre Adelaide mise sul tavolo i muffin che avevano fatto insieme il giorno prima.
I bambini arrivarono già pronti per andare a scuola.
<<Tesori, mangiate che siamo già in ritardo>>, gli informò Adelaide, mettendogli un piattino davanti con il muffin e la tazza di tè.
Belle mentre beveva un mezza tazzina di caffè al tavolo con la sua amica e i due bambini, leggeva il giornale disse <<Ah guarda chi c'è sul giornale...>>
<<Cosa?>>, le chiese Adelaide, dando subito un'occhiata al giornale. <<No!>>
<<Sì!>>, ribattè Belle, bevendo un sorso di caffè. <<Ah quanto pare al Signor Frena gli hanno rubato la sua preziosa macchina e rubato delle cose della sua gigantesca villa!>>
<<Già>>, sussurrò Adelaide. <<E' terribile>>
<<Sì>>, concordò Belle, posando il giornale e guardandola. <<Lo immagino già sul marciapiede inginocchio a piangere come una fontana, perché gli hanno preso la cosa più preziosa che ha>>
L'amica sospirò, bevendo un sorso di caffè. <<Sì, me lo immagino anch'io>>
<<Mamma, chi è il Signor Frena?>>, le chiese Neal, guardandola.
<<Nessuno tesoro, solo uno che fa lo buffone con tutti solo perché è ricco e bello>>, rispose Belle.
<<Ah, allora lo trovi bello!>>, esclamò Adelaide, sorridendole.
<<Cosa? No! Certo che no!>>, ribattè subito lei, arrossendo.
Adelaide alzò le sopracciglia, guardandola e sorridendole.
Belle sospirò e alzò gli occhi al cielo. <<E va bene...è carino, ma ha un pessimo carattere e pensa solo alla sua automobile>>
E aggiunse <<Una volta ho sentito dire che usciva con una famosissima modella e la lasciata perché gli aveva sporcato la macchina di trucco>>
<<Cosa? Di trucco?>>
<<Sì, trucco in polvere>>, rispose Belle, guardandola.
L'altra annuì.
<<Mamma, siamo super in ritardo!>>, esclamò di colpo, Cassie.
Adelaide e Belle guardarono l'ora e in effetti era già tardissimo.
<<Presto bambini, preparatevi immediatamente!>>, ordinò Belle, alzandosi dalla tavola. <<Fuori di casa tra un minuto!>>
Già, ecco cosa succede quanto di metti a parlare di pettegolezzi...
....................
Dopo aver portato i bambini a scuola e Adelaide al suo lavoro, Belle era andata immediatamente in libreria per aprire.
Doveva assolutamente aprire in orario, altrimenti il suo capo, il Signor Nathan Collins, si infuriava, dato che era una persona molto precisa sugli orari.
Aprì la libreria e iniziò a sistemare i libri che era arrivati il giorno prima.
Mentre sistemava i libri, entrò qualcuno nella libreria.
Era una signora di circa quarant'anni, alta, snella e nei profondi occhi azzurri.
Le fece un sorriso a trentadue denti. <<Salve, posso chiedere un'informazione?>>
<<Ma certo>>, rispose Belle, educatamente. <<Sono a sua completa disposizione>>
<<Mio figlio compie quindici anni e gli piacciono molto gli alieni e i distopici...credo che si chiamino così...>>, rispose la signora.
<<Sì esatto signora, si chiamano così>>, la rassicurò Belle, posando i libri sul bancone. <<Sa già per caso un titolo?>>
<<No, mi dispiace>>, rispose la donna, guardandola. <<Purtroppo non mi ha detto nessun titolo e non potevo chiederglielo, dato che è il suo compleanno...>>
<<Non si preoccupi, ne troveremo uno noi, allora>>
<<La ringrazio>>, le sussurrò la donna, sorridendole.
Così andarono nello scaffale dei distopici.
<<Allora...vediamo un po'>>, disse Belle, guardando nello scaffale, passando i libri uno a uno.
<<Ah eccoti qua!>>
Prese un libro e lo consegnò alla signora. <<Hunger Games di Suzanne Collins, è molto famoso come distopico>>
<<Hanno fatto anche il film, giusto?>>, le chiese la signora, guardando il libro.
Belle annuì.
<<Ho visto il trailer il tv un po' di tempo fa>>, aggiunse la donna.
<<Sì, adesso hanno finito di fare l'ultimo>>, la informò lei.
<<Ah, già?>>, le disse la cliente. <<Beh, sono molto indietro con le notizie>>
Belle le sorrise e si girò per cercare altri libri. <<Ah...anche questo è molto bello>>
Lo tirò fuori dalla libreria e lo consegnò alla signora. <<Divergent di Veronica Roth, anche questo molto famoso. E anche di questo hanno fatto il film>>
<<Ah ok, bene>>, disse la signora, guardando i due libri in mano. <<E sono tutte e due trilogie?>>
<<Esatto>>, rispose la libreria, sorridendole. <<Altrimenti, potremmo vedere se c'è qualcosa di bello fra gli alieni>>
<<Ecco, facciamo così>>, concordò la signora.
Così andarono nel genere sugli alieni.
Belle contrò di nuovo gli scaffali e prese due libri. <<Questi sono molto belli, gli ho letti tutte e due>> Li consegnò nelle mani della cliente. <<Sono La Quinta Onda di Rick Yancey e The Host di Stephenie Meyer >>
<<E sono famosi anche questi?>>, le domandò la signora, guardando i libri.
Belle rispose <<Certamente>>
E aggiunse <<Mi scusi signora, ma purtroppo non so molto di questo genere, dato che non ne sono molto appassionata...anzi...>>
La cliente le sorrise. <<Non si preoccupi, signorina>>
<<Comunque posso dirle che questi due libri mi sono molto piaci>>, aggiunse Belle. <<E glielo dice una che non gli piace proprio il genere>>
La signora si mise a ridere. <<Ok, allora penso di aver deciso>>
<<Bene, ne sono contenta>>
Così andarono alla cassa e infine la signora prese La Quinta Onda di Rick Yancey.
<<Grazie per l'aiuto e arrivederci>>, le disse la signora prima di andarsene.
<<Sì figuri è stato un piacere>> la salutò Belle da dietro il bancone.
..................
Più tardi, in libreria arrivò il signor Collins, il capo di Belle.
Era un uomo sulla sessantina con i capelli grigi e mossi, occhi grigi come la tempesta, basso e rotondetto, con gli occhiali sul naso, le lentiggine sulla faccia e con un naso enorme.
<<Signorina Robinson?>>, la chiamò l'uomo, appena entrò nel negozio.
<<Sì, arrivo subito>>, rispose Belle, da dietro uno scaffale.
Dopo qualche secondo, arrivò subito dal signor Collins.
<<Signor Collins, che piacere>>, lo salutò cordialmente Belle.
<<Non faccia la gentile, signorina Robinson>>, la riprese subito l'uomo di mezza età, scorbutico. <<Lo sa che non lo sopporto>>
<<Mi scusi...>>, sussurrò la ragazza.
Il signore camminò fino alla sedia della scrivania e si sedette. <<Allora, come procede il lavoro?>>
<<Abbastanza bene, signore>>, rispose Belle, avvicinandosi a lui.
<<Bene...bene>>, sussurrò l'uomo, guardando la sua libreria. <<Sono felice di questo>>
Belle abitava della città di Livingston, Montana e la libreria del signor Collins era una delle librerie della città, dato che c'erano altre due.
<<Stanno bene la signora Collins e il resto della famiglia?>>, gli chiese Belle, guardandolo.
<<Sì...grazie>>, rispose il Signor Collins, distogliendo lo sguardo, molto serio.
<<Ne sono felice>>, sussurrò Belle, sorridendogli.
In quel momento, entrarono rumorosamente Neal e Cassie.
Neal abbracciò la mamma e disse <<Mamma, andiamo a prendere la pizza? Per favore!>>
Il Signor Collins si irrigidì di colpo nel vedere i due piccolini.
Già, il Signor Collins non sopportava affatto i bambini, anche se aveva avuto due figli e cinque nipotini.
L'uomo si schiarì la voce, mettendosi a posto la cravatta. <<Beh...credo che tornerò a casa...ci vediamo domani, signorina Robinson>>
<<Certo a domani, Signor Collins>>, lo salutò Belle, sorridendogli.
L'uomo aprì la porta e prima di uscire borbottò <<Non sopporto i bambini>>
Subito dopo che se ne andò il Signor Collins, entrò Adelaide.
<<Ehi ciao>>, disse Adelaide, abbracciandola. <<Scusa ma ho promesso hai bambini la pizza per pranzo>>
<<Non ti preoccupare>>, la tranquillizzò Belle. <<Anch'io ho voglia di pizza oggi>>
Adelaide le sorrise. <<Sì, anch'io>>
...................
Alla sera a casa, Belle era sul divano con la coperta sui piedini, una tazza di tè in mano e un libro nell'altra mano.
In quel momento, entrò nel salotto Adelaide, si sedette vicino e a lei, sospirando. <<Ehi, possiamo parlare?>>, le domandò.
Belle fece uscire da dietro il libro i suoi due occhi grandi e verdi e chiese <<Di cosa?>>
Adelaide abbassò lo sguardo e rispose <<Mi hanno licenziata>>
<<Oh...Adelaide, di nuovo?>>
L'amica sospirò e annuì. <<Ti giuro che questa volta non è stata colpa mia>>
E aggiunse <<Anche...se...ho quasi aggredito il capo...>>
<<Adelaide!>>, la riprese l'amica.
<<Lo so, lo so>>, le disse Adelaide guardandola. <<Ma ti giusto che sto facendo del mio meglio per cercare di non mettermi nei guai, te lo giuro e soprattutto di tenermi un lavoro...ma non me ne piace nessuno>>
<<Beh, allora vai a prenderti il diploma>>
Adelaide sbuffò. <<Uffa, che barba!>>
Restarono un attimo in silenzio.
L'amica sospirò. <<E va bene, hai ragione>>
<<Davvero?>>, le chiese Belle, corrugando le sopracciglia.
<<Sì, perché me lo chiedi così sospettosa?>>
<<Beh, non andresti nemmeno sotto tortura, Adelaide>>, le rispose la ragazza, sorridendole.
<<Sì, questo è vero>>, concordò Adelaide, fiera. <<Comunque domani andrò subito a iscrivermi a qualche corso o scuola serale...>>
<<No Adelaide, prima devi pensare cosa vuoi veramente e poi inizi a fare la scuola>>
<<Odio quando hai ragione>>, borbottò Adelaide, bevendo un sorso di tè.
<<Lo so>>, sussurrò Belle, sorridendole.
...................
Belle non era mai stata brava e eccitata di fare la spesa.
Era una cosa che odiava molto.
Era andata al supermercato con Neal e Cassie, mentre Adelaide aveva deciso di andare a portare il loro cane, un golden retriver di nome Alan, a fare una passeggiata.
Neal le chiese, prendendo una confezione di cereali <<Mamma possiamo prendere questi?>>
Belle guardò il prezzo e rispose <<Va bene>>
Così quando ebbero finito andarono alla cassa per pagare e lì Belle incontrò l'ultima persona che voleva incontrare in quella città, la Signora Bernard.
Era arrivata dalla Francia molti anni fa, prima di lei e Adelaide si trasferirono a Livingston. Era una signora di circa settant'anni, con i capelli bianchi e mossi, sempre raccolti in una treccia, occhi verdi, bassa, magra e la pelle chiara.
La donna quando la vide, le sorrise subito. <<Signorina Robinson, che piacere vederla>>
<<Salve Signora Bernard, come sta?>>
<<Tutto bene>>, rispose la signora. <<Però l'altro ieri mio figlio si è lasciato con la fidanzata, quando gli aveva già chiesto di sposarlo. È stato ingiusto e lui era distrutto, poverino>>
La signora Bernard, aveva un figlio di circa trentasette anni, che si era già sposato due volte e da questi due matrimoni erano nati tre bambini, due dalla prima moglie e uno dalla seconda.
Poverini bambini, che povero lui!
Belle le fece un sorriso forzato. <<Già, mi dispiace>>
E aggiunse, pagando la cassiera <<E sempre dura quando una persona ti molla...>>
<<E già...>>, sussurrò la donna, sospirando. <<Ah...ma non le ho ancora raccontato della parte migliore...>>
<<Sì Signora, un'altra volta però...adesso bisogna proprio andare...>>, mentì Belle, nervosamente.
<<Ok, ci conto però>>
<<Certamente!>>
Presero le borse della spesa e uscirono dal supermercato di corsa.
Belle fece un sospirò di sollievo.
La Signora Bernard era simpatica e molto gentile...ma quando si metteva a parlare delle sue cose non la smetteva più.
Ed esempio una volta Belle era andata a casa sua a prendere il tè e l'aveva tenuta tutto il pomeriggio, fino alla sera prima dell'ora di cena.
Tornati a casa Belle preparò la cena e Adelaide tornò dalla passeggiata con il cane.
<<Bambini avete fatti i compiti?>>, chiese Belle, mentre metteva sul fuoco una padella.
<<Sì!>>, risposero in coro.
<<Vogliamo vederli!>>, gli disse Adelaide, iniziando ad apparecchiare il tavolo.
I bambini sbuffarono e andarono a prendere i compiti in camera.
Adelaide chiese, guardandola <<Allora, com'è andata la spesa?>>
<<Abbiamo incontrato la Signora Bernard>>
Adelaide sospirò e alzò gli occhi al cielo.
La sua amica non la sopportava proprio.
<<Che cosa ha detto questa volta?>>, le chiese seccata Adelaide.
<<Niente di che>>, rispose Belle, guardandola. <<Sempre le solite cose...>>
<<Sì, scommetto che il figlio si è risposato un'altra volta...>>
<<No anzi, si è lasciato>>, la interruppe Belle.
In quel momento, Neal e Cassie arrivarono con i compiti.
<<Ecco qua, mamma>>, le disse il figlio, consegnandogli i compiti.
Adelaide prese quelli di sua figlia.
Le mamme si sedette al tavolo e controllarono i compiti.
<<Li abbiamo fatti tutti>>, disse Cassie, guardandole. <<Ora possiamo andare a guardare la tv?>>
<<Aspetta...>>, sussurrò Belle, leggendo i diario di Neal. <<Qui c'è scritto che dopo domani dovete portare un dolce fatto in casa a scuola>>
<<Ah sì...è vero>>, sussurrò Neal. <<Ma noi non siamo capaci di fare i dolci...>>
<<Quindi avevamo pensato di comprarli>>, concluse Cassie.
<<E per questo che lì fare insieme, bambini>>, lo interruppe Adelaide, sorridendogli.
Belle aggiunse <<Sapete se li fai con le tue mani sono molto più buoni>>
I bambini si guardarono e dissero in coro, eccitati <<Sì! Evviva!>>
................
Così il giorno dopo a tardo pomeriggio, Belle e Adelaide, iniziarono a insegnare ai loro figli come si cucinava un dolce.
Adelaide, non è che era molto brava a cucinare e di certo non gli piaceva proprio.
Invece Belle era molto appassionata di cucina, anche se la stressava molto e quindi non l'avrebbe mai fatto come lavoro.
Così facendo il dolce, si divertirono e si impasticciarono molto le mani, però alla fine infornarono il composto nel forno.
Mentre cuoceva, i bambini facevano merenda davanti alla tv e le due mamme era seduta al tavolo a parlare.
<<Allora, sta andando bene il libro?>>, le chiese curiosa Adelaide.
Belle sospirò. <<Non credo sai...>>, rispose scoraggiata.
Adelaide la guardò e le prese la mano. <<Beh, qualsiasi cosa succederà, devi comunque aver fiducia>>
E aggiunse <<Poi non a tutti può piacere il tuo libro...magari hai solo trovato perché a cui non piace>>
<<Può essere...>>, sussurrò l'amica, guardandola. <<Ma hai ragione, continuò ad aver fiducia>>
<<Così ti voglio>>, le disse Adelaide, sorridendole. <<Ottimista>>


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